Inizio traduzione 15 Marzo 2018, fine traduzione 9 Aprile 2023. Data ultima modifica: 20/01/2024

   TIGINT - Traduzione Interlineare Greco Italiano del Nuovo Testamento


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Breve metodologia della traduzione del Nuovo testamento



Thomas Söding - Christian Münch
Breve metodologia del Nuovo Testamento

Paideia Editrice

Titolo originale dell'opera:
Thomas Söding - Christian Münch
Kleine Methodenlehre zum Neuen Testament
Traduzione italiana di Paola Florioli
© Herder Verlag, Freiburg im Breisgau 2005
© Claudiana srl, Torino 2018



e s t r a t t o

L'esegesi del Nuovo Testamento è un'arte, e quest'arte può essere appresa. Ma soltanto se si è consapevoli che non potrà mai essere dominata perfettamente e che il senso dei testi neotestamentari non potrà mai essere sviscerato del tutto.

Nell'esegesi del Nuovo Testamento ciò che conta è imparare l'arte della lettura. S'intende qui una lettura capace di comprendere il significato dei testi.

Un'interpretazione riuscita è sempre un'illuminazione: all'improvviso è come se cadesse un velo dagli occhi, e il testo si offre in una luce completamente nuova.

In quanto vera arte l'esegesi è sempre anche solido mestiere. L'arte artigianale presuppone una lunga esperienza, un sapere profondo e lo strumento adatto. Tutti elementi che possono essere fatti propri col passare del tempo, passando da apprendista a garzone a mastro artigiano.

Non è soltanto questione di studiare il greco del nuovo Testamento. Molto più semplicemente si tratta di capire che cosa affermano gli scritti neotestamentari e di come lo dicono.

Nell'esegesi prima di poter partecipare con competenza al dialogo bisogna completare un programma di studio davvero nutrito, e ciò fa la fatica ma anche la bellezza della ricerca biblica.

Lo strumento dell'esegeta consiste in edizioni affidabili (e in buone traduzioni) del Nuovo (e dell'Antico) Testamento, ma anche della letteratura contemporanea giudaica, greca e romana, dizionari che introducano al lessico del Nuovo Testamento e della letteratura contemporanea, lessici esegetici e teologici che illustrino l'uso e il significato di determinate parole attraverso tutto il Nuovo Testamento, tenendo conto dell'Antico Testamento, della letteratura giudaica e della cultura greca e romana, grammatiche che spieghino la peculiarità del greco neotestamentario; chiavi linguistiche in cui trovino spiegazione le costruzioni e le forme grammaticali, concordanze che documentino nel loro contesto tutti i lemmi del Nuovo Testamento.

Il Nuovo Testamento è inoltre una raccolta di testi che per lingua, immagini, concetti, strutture, storia di formazione, forma di comunicazione ed effetti, sono indissolubilmente legati alla letteratura del loro tempo.

La traduzione della Bibbia ha una sua tradizione, lunga e ricca. Nessun libro è stato tradotto più frequentemente e in un numero maggiore di lingue. Il primo grande progetto di traduzione nella storia della cultura fu appunto la traduzione della Bibbia ebraica nel greco dei Settanta.

Ogni traduzione è interpretazione. Non potendo esistere una traduzione per così dire in scala 1:1, qualsiasi traduzione finisce sempre per rispecchiare anche il mondo linguistico e concettuale del traduttore e del suo ambiente culturale, qualsiasi traduzione fornisce l'opportunità di conoscere meglio e anche di arricchire.

Nella tensione ineliminabile fra le due lingue ha il suo fondamento la certezza che non può esistere un'unica traduzione, ma che ci sarà sempre e sempre dovrà esservi una molteplicità di traduzioni. Per l'utilizzo personale e per lo studio della Bibbia in gruppi ristretti, invece, traduzioni diverse possono anche risultare di grande utilità.

Una forma estrema, assai diffusa nelle lingue europee quando si cominciò a tradurre la Bibbia, è costituita dalle "versioni interlineari», che fra le righe del testo originario inseriscono parola per parola l'equivalente lessicografico, senza preoccuparsi minimamente della scorrevolezza nella lingua di arrivo.